Chi l’avrebbe mai detto nel terzo millennio che un’economia locale si sarebbe mossa grazie a un cammino?
Sono le quattro del pomeriggio, siamo nel tratto Grotte - Aragona e, per via di un cambio di programmi, non sappiamo ancora dove andare a dormire.
Chiamiamo Calogero del comitato d’accoglienza della Magna Via Francigena.
“Già sapevamo del vostro arrivo,” ci risponde. “Vi ospiterà il sindaco.”
“Il sindaco?!” rispondiamo noi. Ringraziamo e affrettiamo il passo.
Arrivati da Calogero troviamo la famosa botte con cui tutti i pellegrini si fanno una foto. È un’opera d’arte realizzata da Amedeo Galluzzo, un artista locale, e riporta figure e simboli della Pasqua Aragonese.
“L’ho fatta fare nel 2017 per abbellire il ristorante,” ci dice Calogero. “Ancora non sapevo cosa fosse la Magna Via. Un giorno un giornalista camminatore viene a cercare la botte. Quando la trova l’abbraccia, si fa una foto, ne parla su internet.”
“Da lì in poi i pellegrini sono venuti a centinaia. Ognuno arriva e la tocca, come porta fortuna. È un simbolo della Magna Via.”
Ci porta da Giuseppe, il sindaco, che ci accoglie mostrandoci un documento storico sulla fine della prima guerra mondiale, da poco rispolverato. Ci sembra un animo gentile che dà valore a ciò che è antico. “Aragona ha problemi di spopolamento,” ci racconta poi. “Nel 2021 ci sono stati 80 decessi e 30 nascite. Non riusciamo a trovare lavoratori. L’estate mio figlio fa due lavori per non lasciare scoperto il ristorante.”
Ci è piaciuto che la storia della botte sia cominciata con il desiderio di abbellire il proprio posto. Ci è piaciuto anche che l’abbia realizzata un artista del luogo e che raffiguri tradizioni locali.
Ci rendiamo sempre più conto che l’amore e la cura per ciò che abbiamo attorno sono la chiave per la crescita di questo territorio.
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