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Rocce di Corleone

“In cima al monte, fra i tamerici e i sugheri radi apparve l’aspetto vero della Sicilia, quello nei cui riguardi città barocche ed aranceti non sono che fronzoli trascurabili. L’aspetto di un’aridità ondulante all’infinito, in groppe sopra groppe, sconfortate e irrazionali delle quali la mente non poteva afferrare le linee principali, concepite in una fase delirante della creazione; un mare che si fosse pietrificato in un attimo in cui un cambiamento di vento avesse reso dementi le onde.”
- Giuseppe Tomasi di Lampedusa, da “Il Gattopardo”.


Camminiamo attraverso continui saliscendi, un paesaggio fatto di onde d’argilla, la superficie di un mare increspato.


Nei Monti Sicani capita di vedere rocce che, come scogli, affiorano in mezzo a un mare di campi.





Gli “scogli” sono fatti di calcare, lo stesso che forma le montagne imponenti di questa zona, come Rocca Busambra.


Sia le montagne che le colline sono, alla base, rocce sedimentarie che raccontano la storia geologica di questo luogo. Prima un mare basso, una barriera corallina come quella delle Bahamas, che poi ha lasciato spazio a un mare aperto, profondo, dove si depositava una fanghiglia melmosa.





Qui davanti ci sono le due cose.


Le colline coltivate: il mare profondo.

I monti e gli “scogli”: la barriera corallina.

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