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Incontro con un alchimista




Raggiungere casa di Aldo è come addentrarsi nella tana di un hobbit, il rifugio di un druido nel bosco. Al suo interno ci sono scaffali pieni di oli e tinture fatte in casa, un laboratorio d’estrazione delle essenze contenute nelle piante.


Ci siamo lasciati alle spalle la Magna Via per addentrarci nei paesi interni dell’agrigentino, un territorio che fino a pochi anni fa veniva completamente ignorato dai turisti, una Sicilia profonda che solo pochi conoscono.


Questa volta sbarchiamo in un luogo speciale che con il turismo classico c’entra davvero poco. Siamo a casa di un contadino che osserva il mondo naturale in modo del tutto eccezionale. La terra non è solo una fonte di sostentamento. Desidera capirne tutta la saggezza. Alcuni lo chiamano sciamano, ma lui non ama definirsi tale: è solo un contadino, figlio di contadini. Al massimo un alchimista.


“Dicono che gli alchimisti cercassero l’oro,” ci dice Aldo, davanti al bancone del suo laboratorio, coperto di griglie di ferro e pestelli pieni di erbe frantumate. “Ma non è vero: cercavano loro’.” Fa una pausa in cui ci guarda con occhi sgranati e luminosi. “Loro stessi, attraverso le piante.”


Sostiene che una saggezza antica risieda in queste fibre e radici presenti sulla terra da milioni di anni in più degli esseri umani.


Nel corso dei suoi 70 anni ha collezionato un meraviglioso orto botanico, mettendo insieme una grande varietà di specie di piante, alcune rarissime. Eufrasia, tagete gigante, dragoncello messicano, albero del paradiso. Erbe aromatiche, piante grasse, agavi enormi, olivi e pistacchi secolari, e la sua preferita, la regina tra le piante: la mandragora.


Ci si para d’innanzi uno stile di vita antico, ma rivoluzionario: cercare di conoscere i segreti delle piante e vivere meglio grazie a quella saggezza.

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