“Mettere in casa degli sconosciuti? Mai!”
Alla domanda “vuoi ospitare dei camminatori?” molti risponderebbero così.
Eppure chi ci prova poi scopre che è molto di più che affittare una stanza. È come se avvenisse uno scambio, o come se un patto di fiducia venisse rispettato.
Per chi cammina, vuol dire stare a casa delle persone del posto e conoscere una parte delle loro vite. Vuol dire sentirsi accolti in un luogo caloroso alla fine di una giornata stancante.
Per chi ospita, vuol dire conoscere il mondo stando fermi e rendersi conto che gli sconosciuti non sono poi sempre delle brutte persone.
Alla fine si riparte e ci si sente tutti un po’ parte della stessa famiglia.
Grazie all’ospitalità diffusa lungo la Magna Via Francigena abbiamo conosciuto un panettiere e un’impiegata d’albergo che ci hanno ospitati per tre notti nella loro casa di campagna.
Abbiamo stretto amicizia e ci hanno raccontato come, negli ultimi anni, abbiano accolto molti camminatori da tutto il mondo, perché si sono resi conto che a chi viaggia a piedi basta poco per trovare la bellezza in un gesto, in un pensiero, in un incontro.
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