Per conoscere il vero volto del territorio è importante leggere libri. La letteratura può essere di grande aiuto nel comprendere un paesaggio complesso e una cultura multiforme.
Abbiamo cominciato a leggere “Il Gattopardo” e poco dopo siamo stati a Palma di Montechiaro, che corrisponde a Donnafugata, luogo fittizio in cui avvengono molte scene del romanzo.
– Non si può capire veramente il romanzo senza essere stati qui, – ci ricorda Alfonso, referente del comitato d’accoglienza della Via Francigena Fabaria, la cui prima tappa si conclude a Palma.
Con gentilezza ed entusiasmo ci ha mostrato due dei luoghi citati nel libro: chiesa madre e palazzo ducale.
Il romanzo, scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa a metà del ‘900, narra la storia del principe Fabrizio Salina e la sua famiglia ai tempi del nascente Regno d’Italia.
L’autore parla del presente attraverso la lente del passato; sceglie di proposito un personaggio aristocratico, rassegnato e pessimista. Fabrizio e le sue riflessioni ci aiutano a capire cosa sia veramente lo spirito “gattopardesco”.
Che cos’è?
Secondo il principe il susseguirsi di dominazioni straniere ha portato i siciliani (tutti gli italiani?) ad adattarsi al nuovo, ad accoglierlo, ma allo stesso tempo rimanere immutati, evitando di covare troppe speranze.
Fabrizio guarda al mondo con titubanza; pensa che i moti rinascimentali non cambieranno nulla. Tuttavia, assecondarli invece di combatterli aiuta a campare meglio e un po’ più a lungo. Come dice l’aforisma:
“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.”
Sullo sfondo c’è una natura fertile ma anche ostile, com’è l’estate torrida e interminabile che ostacola il libero agire.
“Da ogni zolla emanava la sensazione di un desiderio di bellezza presto fiaccato dalla pigrizia.”
Tu quali altri libri ci consigli per capire il territorio siciliano? Facci sapere nei commenti.
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