Camminiamo verso Corleone in una sorta di paesaggio mitologico, fatto di colline dolci, terreni argillosi. Tutt’intorno ci sono montagne brulle, ripide. Non si sentono rumori, non s’incontrano case, non si vede quasi nessuno. La strada è come un cammino medievale. Se incontrassimo un pellegrino vestito di stracci e sandali, non ci stupiremmo.
In due giorni di cammino, l’unico nucleo abitato è un monastero tenuto da tre frati e due suore.
In giorni come questi ci immaginiamo come sarebbe la terra se fosse popolata da altre creature. Ciclopi sulle cime, castelli sulle colline.
È diverso da qualsiasi paesaggio visto finora.
Ci fermiamo a pranzo sotto l’ombra di un albero, accanto al letto di un torrente. Mentre l’acqua gorgoglia e un pastore vocifera in lontananza, sentiamo una pace che non si spiega col semplice stare bene con se stessi. Qualcosa di buono esce dalla terra.
Staremo bene in questo posto.
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